In cross-cultural relationships, a crisis may develop from problems in verbal communications.
An article written with Giulia Remorino, psychotherapist, a specialist in ‘cultural adjustment.’ Giulia_remorino@tiscali.it
Today, people are moving around more and more all the time. One of the results of this is more cross-cultural relationships, between people of different origins. This sort of relationship may arise partly as a direct result of diversity, which can have a certain fascination. One of the effects is that the two people communicate using a shared language, the native tongue of just one of them. Often they have to speak using a language that is not the native tongue of either of them: for example, an American man and a Japanese woman living in Italy, who speak Italian together.
In the quest for a partner, one is always looking for difference, not identity: difference to oneself. For this reason, a person whose origin, language and background is different to one’s own will always appear more atractive when compared to someone with similar origins.
But, in a cross-cultural couple, coming into contact with the deepest aspects of diversity can cause a crisis in communication. Problems can arise early on, for example when a couple decide to live together, and only then begin to discover difference in tastes as regards furnishings and interior decoration, differences in minor day-to-day habits, or in the use of leisure time. Some as yet young relationships may run aground in this phase. In this sort of situation, a consultant can help establish points of contact and identify the fundamental connections.
Another obstacle may arise when children arrive. It’s hard enough for a couple from the same background, and so it can be even tougher for a mixed couple. For example, an Italian mother-in-law may be a little excessive in providing advice on how to look after the baby. In this case, the Italian man may find it difficult to defend his partner if this means taking a position against his parents. A man may find it difficult to consider himself no longer as a son, but as a husband and father; while a mother may fear that her child will be completely absorbed into her partner’s family.
Another effect that may arise is due to an incomplete comprehension of the actual situation, inducing each partner to project his or her own aspirations onto the other. When they discover that their counterpart has a totally different viewpoint, they are often incapable of communicating effectively to solve their differences. In this case, ofen the male partner falls into silence, while the woman may react with torrents of words, that are not adequately listened to or understood. The first step in a process of analysis is to learn how to listen, and then to reflect on the couple’s future.
The principal objective in the process of cultural adjustment may not necessarily be to heal the bond, but rather enable both individuals to acquire a clear perception of their identity and their role in the relationship. Both the consultant and the two individuals will be aware that this new perception may lead to separation. The basic concept is that a partner can live a relationship satisfactorily only if he or she can live satisfactorily with himself or herself. Separation could lead to the creation of an extended family, to two new couples, sharing the care for children if the couple have already had them. Whatever happens, it is fundamental to accept the situation and to apply a lot of goodwill.
In this type of consultancy, it is important to establish an atmosphere of empathy, and the consultant has to be able to understand exactly what each member of the couple is feeling. The analyst becomes a mediator and translator, helping each partner to express his or her feelings to the other. From this point of view, Giulia Remorino has an advantage as a result of her personal history: she is herself from a cross-cultural relationship, with parents of different origins and religions. She speaks Italian and English, and has a working knowledge of Spanish, German and Hebrew. Her multicultural origin enables her to understand the deep significance of gestures and terms that may arise, perhaps involuntarily, during a session.
The most positive and satisfying outcome of consultancy is when a cross-cultural couple, after having found themselves in a situation of crisis as a result of disagreements that developed during their relationship, succeeds in finding common ground from which to recommence. This common ground could be simply the desire to stay together. Sometimes the consultant succeeds in identifying and expressing something that exists in the relationship but that neither partner was capable of saying in words, so that from discord develops a new harmony.
Giulia Remorino, psychotherapist, specialist in cultural adjustment. Giulia_remorino@tiscali.it
Cultural adjustment
Nelle coppie miste la crisi può nascere da problemi nella comunicazione verbale. Di Giulia Remorino, psicoterapeuta, specialista in “cultural adjustment.” Giulia_remorino@tiscali.it
La grande mobilità dell’uomo contemporaneo ha conseguenze molteplici, tra le quali l’aumento delle unioni miste, ossia tra persone di origini diverse. In una coppia mista capita spesso che la storia nasca dal fascino della diversità oltre che dall’attrazione reciproca, e che si comunichi servendosi di una lingua comune ma nativa di uno solo dei due, o anche di nessuno, come nel caso, per esempio, di un americano e una giapponese che vivono in Italia e che parlano in italiano.
Nel cercare il partner che ci complete si ricerca sempre “l’altro da sé,” e così una persona di origini, linguaggio e background diversi dai propri sarà sempre più affascinante rispetto alla situazione evidenziata dal proverbio “mogli e buoi dei paesi tuoi.”
Può però capitare che, all’interno della coppia mista, il contatto con gli aspetti più profondi della diversità altrui dia luogo a una crisi nella comunicazione. I problemi possono nascere già nei primi tempi, quando si decide di andare a vivere insieme e si scoprono, per esempio, diversità di abitudini o di gusti nell’arredamento, differenze nelle piccole azioni quotidiane o nella gestione del tempo libero. Le coppie giovani possono arenarsi già in questa fase, e in questi casi la consulenza cerca di stabilire dei punti di contatto e di identificare il tessuto connettivo di partenza.
Un altro ostacolo può comparire con l’arrivo dei figli, la cui gestione è complessa anche per una coppia omogenea e che, a maggior ragione, mette a dura prova una coppia mista. Per esempio, la suocera italiana può essere fin troppo zelante nel dare consigli alla nuora su come crescere il bebè, allo stesso tempo è difficile per un uomo italiano prendere le difese della compagna, se ciò significa schierarsi contro la propria famiglia. Per un uomo può essere difficile vedersi non più come figlio, ma come marito e padre; d’altro canto, una madre può avere paura che il figlio venga assorbito completamente dalla nuova famiglia.
Può succedere che, non essendo completa la comprensione della situazione reale, i due partner attribuiscano uno all’altro la proiezione dei propri desideri; successivamente, quando si rendono conto che la realtà è ben diversa, non riescono a comunicare in modo significativo: generalmente l’uomo di una coppia in crisi tende al silenzio, mentre la donna può reagire con il cosiddetto “fiume di parole”, che non vengono ascoltate o comprese. Il primo passo nel percorso analitico è imparare ad ascoltarsi e, in seguito, riflettere sul futuro della coppia.
L’obiettivo principale nel percorso del cultural adjustment non è necessariamente il risanamento dell’unità di coppia, bensì la chiara percezione, da parte di entrambi i componenti, della loro identità e del loro ruolo nel rapporto, con la possibilità che questa nuova consapevolezza possa portare alla separazione. In fondo, un partner può vivere bene la vita di coppia soltanto se vive bene con se stesso. La separazione potrebbe portare alla creazione di una famiglia allargata, alla formazione di nuove vite di coppia, con la gestione condivisa dei figli, se ci sono, ed è necessario che alla base di tutto questo ci sia, in caso, l’accettazione della dimensione reale e una buona volontà.
In questo tipo di consulenza bisogna stabilire un clima empatico e il professionista deve immedesimarsi nel paziente. L’analista diventa il mediatore, il traduttore, e spiega esattamente quello che un partner sta tentando di trasmettere all’altro. Per quanto mi riguarda, sono stata avvantaggiata dalla mia storia personale: provengo da una famiglia mista, con genitori di origini e religioni diverse. Parlo l’italiano e l’inglese, e conosco discretamente spagnolo, tedesco ed ebraico. L’origine multiculturale mi permette di cogliere il senso profondo di gesti o di termini usati involontariamente nell’esprimersi in seduta.
Senza dubbio, la situazione che dà più soddisfazione è quella in cui una coppia mista, dopo essere andata in crisi a causa della disarmonia rivelatasi pian piano nella vita di coppia, riesce, grazie alla consulenza, a identificare un terreno comune sul quale ripartire. Questo “common ground” può essere semplicemente la voglia di stare uniti; capita che il consulente riesca a dar voce a qualcosa che è nell’aria ma che non trova espressione, e che dalla disarmonia nasca una nuova armonia.
Giulia Remorino, psicoterapeuta, specialista in “cultural adjustment.” Giulia_remorino@tiscali.it